“Crescere per diventare piccoli”
Luca 17,5-6
5 Allora gli apostoli dissero al Signore: «Aumentaci la fede!» 6 Il Signore disse: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo sicomoro: “Sràdicati e trapiàntati nel mare”, e vi ubbidirebbe.
Care sorelle e cari fratelli,
All’inizio del culto, ciascuna e ciascuno ha ricevuto dei granelli di senape, li possiamo vedere, toccare. Sono piccoli semi tondi.
Gesù, nei vangeli sinottici parla spesso di semi: il seme è la Parola di Dio, che il seminatore semina e che cresce nei diversi terreni; il seme è anche il Regno di Dio, che è piccolo come un granello di senape, ma che una volta seminato e cresciuto diventa un albero grande, una realtà diversa per l’umanità; il seme, è la fede, che gli apostoli vorrebbero in misura maggiore, nel testo di oggi.
Parola, Regno di Dio, Fede. Semi. Una prima cosa dell’evangelo di oggi è che la fede è strettamente connessa alla Parola di Dio, al suo Spirito che crea, che fa nascere cose e persone nuove, che trasforma.
La fede è connessa al Regno di Dio, regno, che come Gesù dice nello stesso nostro capitolo, non viene in modo da attirare gli sguardi,: una realtà altra, che emerge quando la si riconosce, come fa uno solo dei lebbrosi che sono stati guariti da Gesù. Il Regno è in mezzo a noi, apparentemente irrilevante come un granel di senape, eppure capace di trasformare le vite, trasformare il lamento in gratitudine, la solitudine in comunità.
Di fronte alla parola di Gesù sull’importanza del perdono, gli apostoli, coloro che sono inviati, il cui cammino è parte della loro vocazione, si sentono smarriti. “Dacci più fede!” Mi riconosco in questo smarrimento, in questo momento: Dammi più fede Signore, come farò ad accogliere le esigenze di due comunità, come farò ad ascoltare, proporre, discernere, perdonare, farmi perdonare.
E forse è anche la richiesta che vorremmo fare come chiese: dacci più fede Signore, per resistere e rinascere in questo nuovo tempo, per ascoltarti senza avere la pretesa di avere ragione perfino su di te, dacci più fede per osare e non avere paura di lasciare le nostre terre sicure, le abitudini che a volte ci bloccano anziché farci andare avanti. Ed ecco la risposta di Gesù: un seme piccolo, un granello di senape. Basta una fede piccola. La fede grande, nei Vangeli, la hanno spesso i piccoli, le escluse: la madre
straniera che convince Gesù a guarire la propria bambina, il lebbroso che torna indietro per ringraziare dopo essere stato guarito, la samaritana che si fa apostola dopo aver parlato con Gesù. Per loro Gesù dirà. “Grande è la tua fede”. Ma per i discepoli, gli apostoli, come li chiama qui Luca, per le persone che già seguono Gesù, che conoscono la sua Parola, che sanno che la realtà di Dio è già presente in mezzo a noi, serve una fede piccola. Una fede non sbandierata, o imposta, una fede che non fa rima con potere: una fede piccola come un granello di senape è una fede che è nutrita dal terreno della comunità, terreno dissodato dall’amore, dalla partecipazione, dalla comunione tra sorelle e fratelli. E’ una fede che si nutre dell’acqua della Parola, parola letta, meditata, ascoltata, condivisa, messa in pratica. E’ una fede che sa anche nutrire, proprio come il seme poi diventa pianta e poi albero su cui gli uccelli trovano riparo.
I discepoli restano tali, non hanno bisogno di diventare importanti o di credersi importanti. Il loro, il nostro compito è usare il seme per seminarlo, per farlo diventare albero, anzi, per far muovere gli alberi! Per fare cose che vengono ritenute astruse, spostare montagne, mandare sicomori in mare. La fede spiazza. La fede piccola non ha paura di chiudere il proprio locale di culto per celebrare assieme ad altre sorelle e fratelli oggi.
La fede piccola realizza orti sui tetti e li cura, li condivide con persone di tutte le età. La fede piccola come un granel di senape sa che il futuro dell’umanità è scritto nella Speranza che Dio dona, in nuovi cieli e nuova terra che siamo chiamati a riconoscere e a far germogliare.
Una fede piccola è una fede che non teme di stare al buio, proprio come il seme, che ha fiducia nella Resurrezione che gli è davanti. Un altro modo infatti in cui Gesù parla del seme, soprattutto nel vangelo di Giovanni, è come simbolo di Resurrezione. Vivere una fede grande come un granel di senape è vivere nella certezza che esso è già albero. Non aver paura di perdere la propria vita significa vivere nella certezza che Cristo ci ha già trovati. Il seme ci ricorda la nostra parte anche nel creato di Dio: siamo in relazione, con ogni persona e ogni cosa e nostro compito è riconoscere e dar spazio ai semi del Regno, semi seminati dalla Parola di Dio che rende le nostre vite semi fertili, pronti a essere sparsi e diventare nutrimento per molti. Proprio come il pane che dai semi viene fatto, proprio come il vino, che dai semi viene prodotto, proprio come il corpo di Cristo che noi siamo.
Amen