Anzitutto: evangelici o protestanti? I due termini sono sinonimi e intercambiabili. Tuttavia, mentre protestante presuppone un riferimento alla Riforma del XVI secolo, evangelico si richiama piuttosto alla Bibbia. O anche alla storia, nel senso delle comunità cristiane delle origini.
Ma che senso ha essere protestanti o evangelici cinquecento anni dopo la grande Riforma e duemila anni dopo la chiesa delle origini? Perché il protestantesimo – specialmente attraverso le chiese carismatiche e pentecostali – è oggi in così forte espansione?
Ecco dei possibili motivi. Anzitutto il profondo senso di libertà che scaturisce da una fede personale, semplice e diretta, basata esclusivamente sulla Bibbia, svincolata dalla intermediazione di strutture di potere e liberata dal peso del ritualismo.
Inoltre la laicità, il grande valore riconosciuto alla coscienza individuale, che sceglie e decide senza imposizioni e pratica l’etica della responsabilità.
Ma che senso ha essere protestanti o evangelici cinquecento anni dopo la grande Riforma e duemila anni dopo la chiesa delle origini? Perché il protestantesimo – specialmente attraverso le chiese carismatiche e pentecostali – è oggi in così forte espansione?
Ecco dei possibili motivi. Anzitutto il profondo senso di libertà che scaturisce da una fede personale, semplice e diretta, basata esclusivamente sulla Bibbia, svincolata dalla intermediazione di strutture di potere e liberata dal peso del ritualismo.
Inoltre la laicità, il grande valore riconosciuto alla coscienza individuale, che sceglie e decide senza imposizioni e pratica l’etica della responsabilità.
I protestanti sono definiti “il popolo della Parola”: essi ritengono che la Sacra Scrittura rappresenti la fonte unica e ineguagliabile di rivelazione e di autorità, per il singolo credente così come per la Chiesa.
La Bibbia infatti è considerata Parola vivente di Dio, alimentata dallo Spirito Santo, che illumina il credente nella lettura. Perciò essa viene considerata di importanza assolutamente superiore ad ogni dogma, tradizione, magistero e insegnamento.Come già ai tempi di Lutero, il fatto che la Bibbia sia tolta al monopolio sacerdotale e messa nelle mani del “popolo” – e ne vengano incoraggiati in ogni modo la lettura e lo studio individuali – ha delle enormi conseguenze, oltre che sul piano della alfabetizzazione e della acculturazione, soprattutto a livello della affermazione di una capacità e autonomia di giudizio.
La Bibbia infatti è considerata Parola vivente di Dio, alimentata dallo Spirito Santo, che illumina il credente nella lettura. Perciò essa viene considerata di importanza assolutamente superiore ad ogni dogma, tradizione, magistero e insegnamento.Come già ai tempi di Lutero, il fatto che la Bibbia sia tolta al monopolio sacerdotale e messa nelle mani del “popolo” – e ne vengano incoraggiati in ogni modo la lettura e lo studio individuali – ha delle enormi conseguenze, oltre che sul piano della alfabetizzazione e della acculturazione, soprattutto a livello della affermazione di una capacità e autonomia di giudizio.
Il messaggio profetico del protestantesimo è il primato di Dio su ogni cosa.
Da un lato questo messaggio si esprime come una invettiva – una protesta, secondo il modello dei profeti dell’Antico Testamento – contro pratiche e dottrine della Chiesa di Roma che, a giudizio dei riformatori, oscurano la sovranità di Dio, assolutizzando la chiesa e i suoi dogmi e affermando l’infallibilità delle sue guide.
Dall’altro lato il messaggio protestante esorta il credente ad essere fedele e a dare testimonianza (pro-testari, dichiarare pubblicamente) riguardo alla grazia salvifica di Dio.